L’INDUSTRIA VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Industria a confronto con il Governo lo scorso 11 marzo durante il convegno «L’industria verso la Transizione Ecologica», al quale hanno partecipato Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari Regionali e le autonomie, oltre a Matteo Renzi, Senatore di Italia Viva. Insieme a loro, coordinati da Francesco Verderami del Corriere della Sera, hanno dialogato il Cav. Lav. Marco Bonometti, Presidente del Gruppo OMR, Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia, Emma Marcegaglia, già presidente nazionale di Confindustria e Renato Mazzoncini, AD di A2A.
Data la situazione contingente, il dibattito ha toccato diversi punti, tra cui l'aumento dei costi energetici e il futuro degli approvvigionamenti delle materie prime come gas ed elettricità.
«Il 24 febbraio si è chiusa una finestra sul mondo e se n’è aperta un’altra con una vista completamente nuova» – interviene il Cav. Lav. Marco Bonometti – «Il conflitto in Ucraina sta mettendo a rischio la ripresa economica italiana nel 2022 trainata dall’industria manifatturiera, che stava già peraltro rallentando per il problema dei rincari dell’energia e per il costo delle materie prime. Il costo della bolletta per l’industria italiana salirà a 51 miliardi quest’anno. Per questo motivo le imprese chiedono azioni immediate e una politica energetica per il futuro dell’industria italiana, proponendo i seguenti interventi estremamente urgenti: sospensione ETS, sblocco amministrativo per la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili, realizzazione impianti GNL in mare, aumento della produzione nazionale di gas, diversificare provenienza approvvigionamenti, raddoppiare la capacità della TAP, fissare un tetto al prezzo del gas, utilizzo delle riserve nazionali e utilizzo gli extra-utili delle società energetiche per aiutare le imprese in difficoltà. Tempi straordinari richiedono interventi straordinari».
E a proposito del Green Deal Europeo: «La situazione attuale ha messo in risalto tutta la sua infondatezza, poiché sostenuto più da logiche ideologiche e politiche, che da ragioni scientifiche e industriali. La transizione green è possibile solo se sostenibile e con investimenti molto importanti, ma al momento non ci sono e bisogna dire che avrà elevati costi sociali, cosa che nessuno dice. Conseguenza di tutto ciò è il fallimento della transizione energetica che, a sua volta, ha innescato l’illusione dell’auto elettrica. Per questo gli industriali sostenevano dall’origine che il problema energetico e il problema dell’auto fossero estremamente collegati e andassero risolti in modo parallelo. Non possiamo parlare di “Fit For 55” quando non sappiamo ancora dove andremo a prendere l’energia, ma soprattutto quanta, che tipo di energia e a che prezzo. Serve perciò un nuovo progetto per salvare il nostro paese, riscrivendo il PNRR, privilegiando gli investimenti nella difesa, nell’energia e nella ricerca».