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BONOMETTI: «LASCIO UNA CONFINDUSTRIA LOMBARDIA PIU' FORTE, IN UN'ITALIA CON PIU' FIDUCIA»

30 Settembre 2021

«Da domani ritornerò a fare il mestiere più bello e più gratificante del mondo, quello dell’industriale. Avrò la certezza che tutti voi darete il meglio nel compimento di questa missione per il nostro Paese. Rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti!»

Con queste parole Marco Bonometti ha concluso il suo mandato di Presidente di Confindustria Lombardia. L’incarico non esaurisce l’impegno di Bonometti nel sistema associativo: il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi l’ha infatti nominato componente del Consiglio Generale dell’Associazione, tra i sei membri di nomina presidenziale.

All’atto del passaggio di consegne con il successore, Francesco Buzzella, Bonometti ha richiamato i momenti e i temi principali affrontati durante i quattro anni alla guida della più importante Associazione imprenditoriale regionale.

«Lascio una Confindustria Lombardia più forte, autorevole e ascoltata, che ha sempre difeso le imprese e il lavoro. La nostra forza è stata e dovrà sempre essere la coesione e l’unità di intenti. Uniti abbiamo saputo superare anche la pandemia, resistendo prima e reagendo oggi».

Secondo Bonometti l’industria, le fabbriche, le lavoratrici e i lavoratori sono le componenti essenziali per mantenere la Lombardia in una posizione di eccellenza competitiva.

«Non c’è futuro senza competenze. Dobbiamo investire sulla cultura del sapere, indispensabile per formare le nuove classi dirigenti».

La pandemia, ha spiegato Bonometti, ha messo in luce i limiti e l’incompetenza della vecchia classe dirigente, che hanno generato sfiducia tra i cittadini.

«Noi imprenditori siamo stati i primi a chiedere un governo credibile e competente che potesse dimostrare la sua autorevolezza a livello europeo e internazionale. Mario Draghi, con la sua esperienza e capacità, sta dimostrando che un futuro migliore è possile».

Oggi, a parere del Presidente uscente di Confindustria Lombardia, occorre guardare con attenzione al Patto sociale che il Presidente del Consiglio ha offerto a imprenditori, lavoratori e sindacati.

«Noi sappiamo che le risorse del PNRR vanno investite nell’arco temporale che va da qui al 2026. E sappiamo che solo un uomo con la credibilità di Draghi può riuscire in questa impresa. Per farlo non gli basterà arrivare alla fine della legislatura, nel 2023. Dovrà andare oltre. Per questo occorre la massima responsabilità dei partiti. Noi imprenditori, dal canto nostro, siamo pronti a fare ogni sforzo per realizzare il piano di rinascita».